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7 Marzo 2024

IV DOMENICA DI QUARESIMA 10 marzo 2024


Pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Chiampo

Venerdì 15 marzo

partenza alle ore 12,30 da via Barbaro. Ci sono ancora alcuni posti disponibili.


QUARESIMA 2024

Incontri con don Carlo Dalla Verde Martedì 12 marzo – ore 20,30

“Il silenzio di Maria sotto la croce” L’incontro si terrà in chiesa


ORARI S. MESSE E AVVISI

10 DOMENICA IV Quaresimah. 8,30 – S. Messa
h. 10,30 – S. Messa
h. 18,30 – S. Messa
11 LUNEDÌh.  8,00 – S. Messa
h. 16,00 – Recita del S. Rosario
12 MARTEDÌh.  8,00 – S. Messa
13 MERCOLEDÌh.  8,00 – S. Messa
14 GIOVEDÌh.  8,00 – S. Messa
15 VENERDÌh.  8,00 – S. Messa
h. 15,30 Adorazione Eucaristica e Via Crucis
h. 18,30 – S. Messa
16 SABATOh. 8,00 – S. Messa
h. 18,00 – Recita del S. Rosario
h. 18,30 – S. Messa prefestiva
17 DOMENICA V Quaresimah. 8,30 – S. Messa
h. 10,30 – S. Messa
h. 18,30 – S. Messa

CONFESSIONI: venerdì dalle ore 17,30, prima della S. Messa


Dal Vangelo secondo Giovanni 3,14-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bi- sogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la   vita   eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada per- duto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha man- dato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato

condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano ripro- vate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».


Dio ci ha tanto amati da dare suo Figlio

Da un Angelus di Papa Francesco

In questa quarta domenica di Quaresima, chiamata domenica “laetare”, cioè “rallegrati”, siamo chiamati a gioire. “ Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza». Quale è il motivo di questa gioia? Il motivo è il grande amore di Dio verso l’umanità, come ci indica il Vangelo di oggi: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna». Queste parole, pronunciate da Gesù durante il colloquio con Nicodemo, sintetizzano un tema che sta al centro dell’annuncio cristiano: anche quando la situazione sembra disperata, Dio interviene, offrendo

all’uomo la salvezza e la gioia. Dio, infatti, non se ne sta in disparte, ma entra nella storia dell’umanità, si “immischia” nella nostra vita, entra, per animarla con la sua grazia e salvarla.

Siamo chiamati a prestare ascolto a questo annuncio, respingendo la tentazione di considerarci sicuri di noi stessi, di voler fare a meno di Dio, rivendicando un’assoluta libertà da Lui e dalla sua Parola. Quando ritroviamo il coraggio di riconoscerci per quello che siamo – ci vuole coraggio per questo! -, ci accor- giamo di essere persone chiamate a fare i conti con la nostra fragilità e i nostri limiti. Allora può capitare di essere presi dall’angoscia, dall’inquietudine per il domani, dalla paura della malattia e della morte. Questo spiega perché tante persone, cercando una via d’uscita, imboccano a volte pericolose scorciatoie come ad esempio il tunnel della droga o quello delle superstizioni o di rovinosi rituali di magia.

E’ bene conoscere i propri limiti, le proprie fragilità, dobbiamo conoscerle, ma non per disperarci, ma per offrirle al Signore; e Lui ci aiuta nella via della gua- rigione, ci prende per mano, e mai ci lascia da soli, mai! Dio è con noi e per

questo mi “rallegro”, ci “rallegriamo” oggi: “Ralle- grati, Gerusalemme”, perché Dio è con noi. E noi abbiamo la vera e grande speranza in Dio Padre ricco di misericordia, che ci ha donato il suo Figlio per salvarci, e questa è la nostra gioia. Abbiamo an- che tante tristezze, ma, quando siamo veri cristiani, c’è quella speranza che è una piccola gioia che cre- sce e ti dà sicurezza.

Noi non dobbiamo scoraggiarci quando vediamo i nostri limiti, i nostri peccati, le nostre debolezze: Dio è lì vicino, Gesù è in croce per guarirci. Questo è l’amore di Dio. Guardare il Crocifisso e dirci den- tro: “Dio mi ama”. E’ vero, ci sono questi limiti, queste debolezze, questi pec- cati, ma Lui è più grande dei limiti e delle debolezze e dei peccati. Non dimen- ticatevi di questo: Dio è più grande delle nostre debolezze, delle nostre infe- deltà, dei nostri peccati. E prendiamo il Signore per mano, guardiamo il Croci- fisso e andiamo avanti.

Maria, Madre di misericordia, ci metta nel cuore la certezza che siamo amati da Dio. Ci stia vicino nei momenti in cui ci sentiamo soli, quando siamo tentati di arrenderci alle difficoltà della vita. Ci comunichi i sentimenti del suo Figlio Gesù, perché il nostro cammino quaresimale diventi esperienza di perdono, di accoglienza e di carità.


La speranza come “acqua viva”

di Papa Francesco

Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui vi- viamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare

a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata. È speranza nella ricon- ciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio». Ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro pro- cesso di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono: avendolo noi stessi ricevuto, possiamo offrirlo attraverso la capacità di vivere un dialogo premuroso e adottando un comportamento che conforta chi è ferito. Il perdono di Dio, anche attraverso le nostre parole e i nostri gesti, permette di vivere una Pasqua di fraternità.

Nella Quaresima, stiamo più attenti a «dire parole di incoraggiamento, che con- fortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano». A volte, per dare spe- ranza, basta essere «una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupa- zioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regala dire una parola di sti- molo, per rendere possibile uno spazio di ascolto re un sorriso, per in mezzo a tanta indifferenza».

Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione., il

Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose”. Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno.