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14 Febbraio 2024

I DOMENICA DI QUARESIMA 18 Febbraio 2024


QUARESIMA 2024

Incontri con don Carlo Dalla Verde

Giovedì 29 febbraio – ore 20,30
“Il silenzio del Cireneo”
Martedì 12 marzo – ore 20,30
“Il silenzio di Maria sotto la croce”

Gli incontri si terranno in chiesa


ORARI S. MESSE E AVVISI

18 DOMENICA I Quaresimah. 8,30 – S. Messa
h. 10,30 – S. Messa
h. 18,30 – S. Messa
19 LUNEDÌh. 8,00 – S. Messa
h. 16,00 – Recita del S. Rosario
20 MARTEDÌh. 8,00 – S. Messa
21 MERCOLEDÌh. 8,00 – S. Messa
22 GIOVEDÌh. 8,00 – S. Messa
23 VENERDÌh. 8,00 – S. Messa
h. 15,30 Adorazione Eucaristica e Via Crucis
h. 18,30 – S. Messa
24 SABATOh. 8,00 – S. Messa
h. 18,00 – Recita del S. Rosario
h. 18,30 – S. Messa prefestiva
25 DOMENICA II Quaresimah. 8,30 – S. Messa
h. 10,30 – S. Messa
h. 18,30 – S. Messa

CONFESSIONI: venerdì dalle ore 17,30, prima della S. Messa


Dal Vangelo secondo Marco Mc 1, 12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».


QUARESIMA, TEMPO DI DESERTO

«Senza che ce ne accorgiamo, la vita si disordina, si frammenta, si logora. Occorre rimettere in ordine i pezzetti del nostro tempo, del nostro corpo, del nostro cuore». Queste parole del cardinale Carlo Maria Martini ci aiutano a entrare nel tempo della Quaresima. Non è il tempo di una penitenza esteriore, ma il tempo in cui lasciarci condurre anche noi nel deserto, come Gesù, per “mettere ordine” nella nostra vita.

farci cambiare e farci crescere nella libertà e nella verità di ciò che siamo.

Il secondo verbo è rimanere. Gesù rimane nella lotta, nella fatica, nell’oscurità e nella solitudine. Non scappa. Egli fa del deserto un’occasione per guardarsi dentro, per misurarsi col progetto del Padre e “mandare in crisi” le false immagini di Messia che il diavolo gli propone. Così anche per noi: fin quando scappiamo dalle crisi, evitiamo di fermarci per guardarci dentro, ci immergiamo

nella frenesia e nel rumore “per non pensarci”, rischieremo di vivere in superficie e di non diventare mai protagonisti della vita. Abbiamo bisogno, invece, di fare ordine nel cassetto del cuore e di liberare la nostra libertà dalle illusioni e dagli inganni. Anche per noi la Quaresima è tempo per lasciarci condurre nel deserto. Tempo per fermarci, per non rifugiarci più in tutti gli alibi che utilizziamo per non cambiare mai, per guardarci dentro, per cercare di ristabilire le priorità e ritornare a ciò che conta davvero. È tempo di vincere la tiepidezza e la mediocrità, lottando contro tutte le forme del male che, a piccole dosi quotidiane, avvelenano il nostro cuore e le nostre relazioni. È tempo di entrare nel deserto e restare lì, come Gesù, senza scappare. Dove lo Spirito ci porta, dove “mette in crisi” il nostro io e i nostri schemi. Solo così possiamo mettere ordine nella nostra vita, nei nostri sentimenti, nei nostri affetti. E, lasciando morire ciò che è vecchio dentro di noi, ci apriremo alla vita nuova del Cristo Risorto.


Ritornate a me

da un’omelia di Papa Francesco nel mercoledì delle Ceneri

C’è un invito che nasce dal cuore di Dio, che con le braccia spalancate e gli occhi pieni di nostalgia ci supplica: «Ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ritornate a me. La

Quaresima è un viaggio di ritorno a Dio. Quante volte, indaffarati o indifferenti, gli abbiamo detto: “Signore, verrò da Te dopo, aspetta… Oggi non posso, ma domani comincerò a pregare e a fare qualcosa per gli altri”. E così un giorno dopo l’altro. Ora Dio fa appello al nostro cuore. Nella vita avremo sempre cose da fare e avremo scuse da presentare, ma, fratelli e sorelle, oggi è il tempo di ritornare a Dio.

Ritornate a me, dice, con tutto il cuore. La Quaresima è un viaggio che coinvolge tutta la nostra vita, tutto noi stessi. È il tempo per verificare le strade che stiamo percorrendo, per ritrovare la via che ci riporta a casa, per riscoprire il legame fondamentale con Dio, da cui tutto dipende. La Quaresima non è una raccolta di fioretti, è discernere dove è orientato il cuore. Questo è il centro della Quaresima: dove è orientato il mio cuore? Proviamo a chiederci: dove mi porta il navigatore della mia vita, verso Dio o verso il mio io? Vivo per piacere al Signore, o per essere notato, lodato, preferito, al primo posto e così

via? Ho un cuore “ballerino”, che fa un passo avanti e uno indietro, ama un po’ il Signore e un po’ il mondo, oppure un cuore saldo in Dio? Sto bene con le mie ipocrisie, o lotto per liberare il cuore dalle doppiezze e dalle falsità che lo incatenano?

Il viaggio della Quaresima è un esodo, è un esodo dalla schiavitù alla libertà. Sono quaranta giorni che ricordano i quarant’anni in cui il popolo di Dio viaggiò nel deserto per tornare alla terra di origine. Ma quanto fu difficile lasciare l’Egitto! È stato più difficile lasciare l’Egitto del cuore del popolo di Dio, quell’Egitto che portavano sempre dentro, che lasciare la terra d’Egitto… Sempre, durante il cammino, c’era la tentazione di rimpiangerne le cipolle, di tornare indietro, di legarsi ai ricordi del passato, a qualche idolo. Anche per noi è così: il viaggio di ritorno a Dio è ostacolato dai nostri malsani attaccamenti, è trattenuto dai lacci seducenti dei vizi, dalle false sicurezze dei soldi e dell’apparire, dal lamento vittimista che paralizza. Per camminare bisogna smascherare queste illusioni. Ma ci domandiamo: come procedere allora nel cammino verso Dio? Ci aiutano i viaggi di ritorno che la Parola di Dio ci racconta. Guardiamo al figlio prodigo e capiamo che pure per noi è tempo di ritornare al Padre. È il perdono del Padre che ci rimette sempre in piedi. Ci serve la guarigione di Gesù, serve mettergli davanti le nostre ferite e dirgli: “Gesù, sono qui davanti a Te, con il mio peccato, con le mie miserie. Tu sei il medico, Tu puoi liberarmi. Guarisci il mio cuore” Dio ci aspetta con la sua

misericordia infinita. Perché lì, dove siamo più vulnerabili, dove ci vergogniamo di più, Lui ci è venuto incontro. E ora che ci è venuto incontro, ci invita a ritornare a Lui, per ritrovare la gioia di essere amati.