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27 Dicembre 2019

La Santa Famiglia Domenica 29 Dicembre 2019

La Santa Messa delle ore 18,30, di domenica 5 Gennaio, sarà animata dal Coro degli Alpini di S. Massimo.


Si ricorda che non è prefestiva dell’Epifania


Dal Vangelo di Matteo 2,13-15.19-23

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta lì finché non ti avvertirò: Erode, infatti, vuole
cercare il bambino per ucciderlo”. Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
“Dall’Egitto ho chiamato mio figlio”. Morto Erode, ecco un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino”. Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra
d’Israele. Ma quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzareth, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: “Sarà chiamato Nazareno”.


LA FAMIGLIA, PRIMA SCUOLA DI SANTITA’
di padre Ermes Ronchi

La Santa Famiglia di Nazaret porta un messaggio a tutte le nostre famiglie, l’annuncio che è possibile una santità, non solo individuale, ma una bontà, una santità collettiva, familiare, condivisa, un contagio di santità dentro le relazioni umane. Santità non significa essere perfetti; neanche le relazioni tra Maria, Giuseppe e Gesù lo erano. C’è angoscia causata dal figlio adolescente, e malintesi, incomprensione esplicita: “ma essi non compresero le sue parole”.
Santità non significa assenza di difetti, ma pensare i pensieri di Dio e tradurli, con fatica e gioia, in gesti. Ora, in cima ai pensieri di Dio c’è l’amore. In quella casa, dove c’è amore, lì c’è Dio. E non parlo di amore spirituale, ma dell’amore vivo e potente, incarnato e quotidiano, visibile e segreto. Che sta in una carezza, in un cibo preparato con cura, in un soprannome affettuoso, nella parola scherzosa che scioglie le tensioni, nella
pazienza di ascoltare, nel desiderio di abbracciarsi.
Non ci sono due amori: l’amore di Dio e l’amore umano. C’è un unico grande progetto, un solo amore che muove Adamo verso Eva, me verso l’amico, il genitore verso il figlio, Dio verso l’umanità, a Betlemme.
“Scese con loro a Nazaret e stava loro sottomesso”. Gesù lascia i maestri della Legge e va con Giuseppe e Maria che sono maestri di vita. Per anni impara l’arte di essere uomo, guardando i suoi genitori vivere: lei teneramente forte, mai passiva; lui padre non autoritario, che sa anche tirarsi indietro. Poteva altrimenti inaugurare relazioni nuove tra uomo e donna, paritarie e senza paure?
Le beatitudini Gesù le ha viste, vissute, imparate da loro: erano poveri, giusti, puri nel cuore, miti, costruttori di pace, misericordiosi con tutti. E il loro parlare era: sì,sì; no,no. Stava così bene con loro che, con Dio, adotta il linguaggio di casa: abbà, papà. Gesù vuole estendere quelle relazioni a livello di massa e dirà: voi siete tutti fratelli.
Anche oggi, tante famiglie, in silenzio, lontano dai riflettori, con grande fatica, tessono tenaci legami d’amore, di buon vicinato, d’aiuto e collaborazione, straordinarie nelle piccole cose, come a Nazaret.
La famiglia è il luogo dove si impara il nome di Dio, e il suo nome più bello è: amore, padre e madre.
La famiglia è il primo luogo dove si assapora l’amore e, quindi, si gusta il sapore di Dio. La casa è il luogo dove risiede il primo magistero; è più importante ancora di quello della Chiesa. E’ dalla porta di casa che escono i santi, quelli che sapranno dare e ricevere amore e che, per questo, sapranno essere felici.


FAMIGLIA, SCUOLA DEL VANGELO
di Papa Francesco

La festa della Santa Famiglia, invita le famiglie a cogliere la luce di speranza, proveniente dalla casa di Nazaret, nella quale si è sviluppata, nella gioia, l’infanzia di Gesù, il quale “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52). Il nucleo familiare di Gesù, Maria e Giuseppe è, per ogni credente e specialmente per le famiglie, un’autentica scuola del Vangelo. Qui ammiriamo il compimento del disegno divino di fare della famiglia una speciale comunità di vita e d’amore. Qui apprendiamo che, ogni nucleo familiare cristiano, è chiamato ad essere “chiesa domestica”, per far risplendere le virtù evangeliche e diventare fermento di bene nella società. I tratti tipici della Santa Famiglia sono: raccoglimento e preghiera, comprensione e rispetto, spirito di sacrificio, lavoro e solidarietà.
Dall’esempio e dalla testimonianza della Santa Famiglia, ogni famiglia può trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita, e può attingere forza e saggezza per il cammino di ogni giorno.
La Madonna e San Giuseppe insegnano ad accogliere i figli come dono di Dio, a generarli e educarli, cooperando in modo meraviglioso all’opera del Creatore e donando al mondo, in ogni bambino, un nuovo sorriso. E’ nella famiglia unita che i figli portano a maturazione la loro esistenza, vivendo l’esperienza significativa ed efficace dell’amore gratuito, della tenerezza, del rispetto reciproco, del perdono e della gioia.
Vorrei soffermarmi, soprattutto sulla gioia. La vera gioia che si sperimenta nella famiglia non è qualcosa di casuale e fortuito. E’ una gioia frutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenersi a vicenda nel cammino della vita. Ma, alla base della gioia, c’è sempre la presenza di Dio, il suo amore accogliente, misericordioso e paziente verso tutti. Se non si apre la porta della famiglia alla presenza di Dio e al suo amore, la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi e si spegne la gioia. Invece, la famiglia che vive la gioia, la gioia della vita, la gioia della fede, la comunica
spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società.
Gesù, Maria e Giuseppe benedicano e proteggano tutte le famiglie del mondo, perché in esse regnino la serenità e la gioia, la giustizia e la pace, che Cristo, nascendo ha portato come dono all’umanità.


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